UN PÒ DI STORIA…

Antichità

Nell’epoca romana Gaeta fu un rinomato luogo di villeggiatura per imperatori, patrizi, consoli e senatori. Fu in questo periodo che venne costruita la panoramica Via Flacca, più breve rispetto all’Appia.
La testimonianza più importante dell’epoca romana, sulla sommità del Monte Orlando, è il Mausoleo di Lucio Munazio Planco, console, prefetto, generale di Giulio Cesare.
La caduta dell’Impero romano d’Occidente, seguita da un periodo di continui saccheggi da parte di popolazioni barbariche e dai Saraceni, determinò la graduale trasformazione di Gaeta in castrum: la città fu fortificata arroccandosi sul promontorio e fu costruito il castello; molti abitanti delle zone circostanti si trasferirono all’interno delle mura per trovare rifugio e protezione specialmente dalle incursioni dei Saraceni.

Medioevo

Il Patrimonium Cajetanum era una porzione di territorio che si estendeva da Terracina al fiume Garigliano ed era sottoposta all’autorità bizantina ma di fatto amministrata dalla curia romana.
Nel IX secolo Gaeta si affrancò gradatamente dall’autorità bizantina e da quella papale costituendosi in Ducato indipendente con una propria autonomia politica, giuridico- amministrativa e militare. In questo periodo la città, che coniava una propria moneta (Il Follaro), ebbe un significativo sviluppo economico basato essenzialmente sui traffici commerciali marittimi.
Il Ducato visse circa duecento anni e fu retto principalmente dalla dinastia dei Docibile, ipati imperiali e duchi, dall’anno 867 al 1032 circa. Esso rappresenta ancora oggi una tappa fondamentale negli studi del Medioevo meridionale.
Da “Wikipedia”: “Nel periodo che va dall’839 al 1140 Gaeta può essere considerata a pieno titolo anche una Repubblica Marinara. I gaetani difesero le loro libertà e l’indipendenza del ducato attuando una saggia e talvolta spregiudicata azione politica e militare. Risultarono in tal senso rilevanti le alleanze stipulate con i principali Stati autonomi del meridione d’Italia per combattere le continue scorrerie saracene, ma anche i patti stipulati con gli stessi musulmani per la difesa del ducato dalle mire espansionistiche del papato.”

Periodo Angioino-Aragonese e dominazione spagnola

In questo periodo (XV- XVIII sec. ca.) Gaeta fu testimone e protagonista di importanti avvenimenti e, considerata rilevanza strategica della sua posizione, fu dotata, ad opera di Carlo V, di nuove fortificazioni ed imponenti bastioni difensivi, ancora oggi visibili alle falde del Monte Orlando.
E’ da Gaeta che nel 1571 salpò la flotta pontificia che al comando dell’ammiraglio Marcantonio Colonna partì per andare a combattere i saraceni con la flotta cristiana, comandata da don Giovanni d’Austria. La battaglia ebbe luogo a Lepanto il 7 ottobre 1571. La flotta dell’impero Ottomano fu sconfitta ed al suo ritorno Il comandante Marcantonio Colonna donò lo Stendardo di Lepanto alla Cattedrale di Gaeta, come aveva promesso in caso di vittoria, alla sua partenza. Lo stendardo è ancora oggi esposto nel Museo Diocesano di Gaeta.

Il Regno di Napoli, poi Regno delle Due Sicilie

Con l’assedio di Gaeta nel 1734, ad opera di Carlo III di Borbone, iniziò il Regno di Napoli, poi Regno delle Due Sicilie, il Regno indipendente più grande della penisola italiana.

LE NOSTRE TRADIZIONI

storia gaetana
Gaeta è ricca di tradizioni e manifestazioni folcloristiche che non hanno uguali nei paesi limitrofi. Le usanze ed i costumi delle festività natalizie hanno toni e colori prettamente napoletani, riconducibili alla lunga appartenenza della città al regno di Napoli. “Sciuscio” è il nome della serenata che gruppi di musicisti (per lo più giovani) portano ad amici e conoscenti la sera di San Silvestro; consiste in un canto augurale, con accompagnamento musicale, indirizzato, alla vigilia di Capodanno, al capofamiglia – il patrò, dal latino patronus – sull’uscio della sua abitazione.
Altre tradizioni sono legate al culto religioso: la variopinta e suggestiva processione per mare, in agosto, della Madonna di Porto Salvo, ossia della Madonna che conduce salvi in porto i naviganti, e quella, in settembre, dei Santi Cosma e Damiano per le antiche strade del borgo.

LA CUCINA TRADIZIONALE

cucina gaetana
La cucina gaetana offre un vasto assortimento di prodotti gastronomici, da quelli di campagna a quelli di mare: è fatta di cose semplici e naturali, dal pesce del mare del golfo ai prodotti della terra.

Sono molti i piatti a base di pesce, come la zuppa o pesce all’acqua pazza dal delicato sapore, fritture, spiedini, pesci arrostiti, squisite le triglie, e la scapece. La “tiella” è la specialità culinaria per eccellenza della nostra terra, non c’è ristorante, trattoria, pizzeria o anche fast food oggi, a Gaeta, che sia privo della famosa tiella. Si tratta semplicemente di due strati di pizza che racchiudono un’imbottitura a base di prodotti di terra o di mare (cozze, sarde, polpi, calamaretti, spinaci, cipolla, scarola, baccalà, ecc.).

In gran parte dei piatti quasi indispensabile è la presenza delle olive nere di Gaeta: vengono usate per produrre un ottimo olio e soprattutto le olive in salamoia (localmente olive all’acqua) che si prestano per gli usi più svariati in cucina e sono tra gli ingredienti più utilizzati dagli chef di tutto il mondo.

Altro piatto tipicamente gaetano è la liatina, ossia la gelatina di maiale che si ottiene con pezzi scelti dell’animale immersi nel loro brodo gelatinoso.